Sono trascorsi ben ottant’anni da quando, dall’isola perduta di Ventotene, dove erano confinati e reclusi, Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi, con Eugenio Colorni e altri antifascisti, tra cui Ursula Hirschmann e Ada Rossi, si interrogavano su come uscire dalla terribile crisi della seconda guerra mondiale e progettavano il futuro.
La soluzione che proposero fu lanciata con un manifesto “Per un’Europa libera e unita”. È da leggere, è ancora una sorgente straordinaria, limpida e capace di dissetare il grande bisogno di vera unità che sentono soprattutto le nuove generazioni.Sono trascorsi ben ottant’anni da quando, dall’isola perduta di Ventotene, dove erano confinati e reclusi, Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi, con Eugenio Colorni e altri antifascisti, tra cui Ursula Hirschmann e Ada Rossi, si interrogavano su come uscire dalla terribile crisi della seconda guerra mondiale e progettavano il futuro.
Ma attenzione, non si disegnava l’Europa come è quella di oggi: un’Europa che possiamo definire una sorta di Babele, debole e sconclusionata.
Eh sì, lo abbiamo toccato con mano di fronte al dramma della pandemia da Covid-19: è una Babele perché ha diversi e squilibrati sistemi fiscali, inconciliabili livelli retributivi, divergenze sui diritti fondamentali, sulle strategie innovative, sulla lotta alle mafie e al terrorismo, sulla politica del Mediterraneo e sui teatri di conflitto, come abbiamo drammaticamente visto diverse volte, per esempio in Libia e da ultimo in Afghanistan, da cui ci giungono quotidianamente immagini strazianti.
Perché l’Europa non è quella prefigurata dal manifesto di Ventotene? Perché abbiamo imboccato una strada senza via d’uscita, la strada dell’assetto “Confederale”, dove la fanno da padrone i singoli Governi nazionali e dove svolgono un ruolo ancora marginale il Parlamento e il Governo europei. A Ventotene si pensava invece al futuro di un’Europa “Federale”, si delineava un altro assetto, quello degli Stati Uniti d’Europa.
Oggi, dopo ottant’anni possiamo dire che quel manifesto non è più solo una stupenda utopia ma è anche una stringente necessità.
Se guardiamo alle varie agende che l’umanità dovrà affrontare non nei prossimi ottant’anni bensì nei prossimi dieci anni, capiamo subito che l’Europa attuale arranca e non è in grado di governarle.
Basti pensare all’Agenda sulla green economy, per combattere il cambiamento climatico; all’Agenda sociale, per combattere le disuguaglianze di ogni tipo; all’Agenda della lotta alle mafie e ai terrorismi.
Se guardiamo anche alla geopolitica globale, ci accorgiamo che l’attuale Europa incide poco o niente sugli attuali assetti di potere, dove gli Stati Uniti, la Russia e la Cina si contendono il dominio economico senza risolvere nessuno dei conflitti aperti.
La stessa Alleanza Atlantica richiede un’altra Europa, in grado di svolgere un’azione incisiva di cooperazione e di pace.
Fare memoria di Ventotene è allora l’occasione per rompere gli ormeggi e indirizzare finalmente la navigazione verso gli Stati Uniti d’Europa.