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XIII CONGRESSO NAZIONALE FEDERSERD – DIPENDENZE: LE DIMENSIONI DEL FENOMENO, L’EFFICACIA DEI PERCORSI DI CURA
Ottobre 9 @ 9:00 am - Ottobre 11 @ 6:30 pm
Il congresso FeDerSerD rappresenta da sempre un imperdibile appuntamento sia sul piano scientifico, per i professionisti del settore e per i diversi stakeholders, sia sul piano istituzionale e culturale. Un’occasione preziosa di incontro, di confronto e di scambio di esperienze, che si colloca nell’ambito del percorso di miglioramento continuo delle competenze professionali e gestionali.
Di seguito riporto il mio saluto in apertura dei lavori:
Roma, 9 Ottobre 2024
Un caro e sentito saluto alla Presidente e a tutti i dirigenti e operatori di FeDerSerd.
Il contesto delle dipendenze nel mondo è drammatico sia sul versante dei consumi, sia sul versante del narcotraffico. Sono in discussione la salute, soprattutto di larghe fasce giovanili, e il libero fluire delle relazioni umane e delle stesse condizioni di libertà e autonomia degli Stati.
Il contesto italiano è altrettanto preoccupante. La morsa dell’eroina non demorde, si allarga il consumo di cocaina, si è sotto i colpi del crack e delle droghe sintetiche, senza mai trascurare i danni – soprattutto tra gli adolescenti – della cannabis. La situazione è peggiorata per la dipendenza da alcol e per tutte le altre forme di dipendenza (gioco d’azzardo, internet, etc.). Il quadro è ben descritto nell’ultimo editoriale della Presidente Roberta Balestra, sulla vostra qualificata rivista “Mission” ben curata da Alfio Lucchini, che legge criticamente l’ultimo Report della Presidenza del Consiglio trasmesso al Parlamento.
Siamo pronti alla sfida del dilagare delle dipendenze sia da sostanze che da comportamenti?
Sul piano scientifico e medico abbastanza. Partecipo ai Congressi delle Società Scientifiche da ben 25 anni e ho potuto accompagnare l’evoluzione della conoscenza, delle ricerche e delle cure. I passi in avanti sono costanti e documentabili, grazie anche al lavoro che fate tra mille difficoltà nei vostri Servizi.
Ma esistono delle contraddizioni rispetto allo stato della crescita sia della gravità sia della capacità di diagnosi e di terapie appropriate.
C’è un anzitutto un ritardo culturale. Il dibattito nella società è vecchio e consunto, ancora fermo alle vecchie semplificazioni e agli scontri ideologici.
Ma la contraddizione che brucia di più sta nella politica, ancorata a idee superficiali e superate, che lascia il fenomeno dipanarsi, senza avere la capacità di incidere con una progettualità condivisa e ben programmata.
Il contesto in cui versa la Sanità pubblica italiana è ben descritto dalla Fondazione Gimbe. Basta leggerlo per capire in quali condizioni oggi è stato ridotto quel Sistema Sanitario Nazionale che brillava nel panorama europeo ed internazionale.
Analoghe considerazioni possiamo farle per la Rete dei Servizi delle Dipendenze. Una rete straordinaria, costruita con coraggio e con il contributo vostro, delle altre società scientifiche e del mondo variegato delle Comunità Terapeutiche e dei Servizi di Prossimità. Oggi, siamo alla vigilia di un calo del personale dei Serd, che – stimo – entro fine anno calerà sotto i seimila operatori.
Allora è tempo di rompere gli indugi. Le priorità le conosciamo e sono a portata di mano:
– la prima: una riedizione della Legge 45/99 per riportare ad almeno 10.000 unità il personale dei Serd, insieme alle risorse finanziarie per rigenerare la rete integrata dei servizi e dell’alta integrazione con le Comunità e i Servizi di Prossimità;
– la seconda: invertire la rotta rispetto ad una regionalizzazione che ha causato danni e disuguaglianze, con in testa la Dipartimentalizzazione dei Servizi delle Dipendenze, il sostegno alla ricerca e all’ innovazione con la ricostituzione del Fondo Nazionale, nonchè con la costruzione di sedi dei Serd di nuova generazione. Il tutto attraverso risorse finanziarie tratte dai beni confiscati nella lotta al narcotraffico;
– la terza: la strutturazione della specialità universitaria delle Dipendenze. È possibile e irrinunciabile, come è avvenuto per le cure palliative. In questo modo le nuove generazioni di professionisti delle dipendenze potranno innestarsi al meglio nel forte e vivo tronco che voi operatori esperti e maturi rappresentate;
– la quarta: evitare decisioni istituzionali calate dall’alto. È urgente un tavolo di confronto e programmazione presso il Ministero della Salute per procedere sulle tante questioni aperte, per l’attuazione degli obiettivi di salute e prevenzione. Sento nel Governo attuale delle pulsioni dirigiste che rischiano di causare solo dei seri danni;
– la quinta: la costituzione di una Società Scientifica Europea. È un’idea che vi ho ultimamente sollecitato. Ne avevo parlato a lungo al Congresso di Bergamo con il compianto Guido Faillace. Bisogna colmare quella grave asimmetria che esiste oggi sulle Dipendenze tra il livello sempre più globale del fenomeno e l’agire eccessivamente locale dei singoli Stati. Spetta a voi muovere i primi passi, ne avete la capacità e l’autorevolezza, tenuto conto che nel nostro Paese abbiamo già realizzato insieme il migliore sistema di intervento integrato tra prevenzione e cura, tra approcci di cura farmacologiche e psicologiche, tra i livelli sanitari e quelli sociali ed educativi, tra Serd e Comunità Terapeutiche/Servizi di Prossimità.