“DIS-SERVIZIO SOCIALE – COME LO ABBIAMO DISUMANIZZATO” – PRESENTAZIONE A GUBBIO DELL’ULTIMO LIBRO DI RICCARDO SOLLINI

Raramente partecipo come relatore alla presentazione di un libro. In queste occasioni preferisco ascoltare e così “assaggiare” lentamente e meglio la successiva lettura.

Ma all’invito di Riccardo Sollini* non potevo sottrarmi, vista la stima e l’affetto che nutro per Lui e per la Comunità che rappresenta. La Comunità di Capodarco è infatti una realtà che ha segnato positivamente il cammino verso i pieni diritti delle persone fragili e diversamente abili.

Solitamente sulle politiche sociali o sui servizi sociali assistiamo ad una scissione tra il sapere intellettuale e il sapere esperienziale. Il primo, prezioso e insostituibile, spesso pecca di “astrattismo”. Il secondo, altrettanto indispensabile, spesso si perde nella rappresentazione chiusa della propria realtà.

Il primo merito del libro di Riccardo è mettere in sintonia i due saperi e così fornirci un testo ricco di stimoli critici ben fondati e di spunti progettuali praticabili. In questo momento storico così critico per il futuro del welfare avere riflessioni e percorsi ben radicati aiuta tantissimo quanti sono impegnati nella sua rigenerazione.

Il secondo merito è quello di avere colto con il paradigma della disumanizzazione il cuore delle difficoltà in cui è stato gettato il nostro sistema di welfare, che e non andava destrutturato quanto semmai completato, dotandolo di risorse adeguate e capillarmente presente in tutti i territori del nostro Paese, anche al Sud e nelle aree interne.

Il terzo merito è quello di avere spiegato, con la ricchezza propria di fatti reali vissuti sul campo, il percorso da intraprendere partendo dai forti valori sociali scolpiti nella nostra Costituzione: la realizzazione del welfare comunitario, che integra l’aspetto sociale e quello sanitario, prevenzione e cura, pubblico e privato sociale e la creazione di un welfare relazionale partecipato, capace di concretizzare il rapporto di cura per mettere al centro la persona con le sue difficoltà e al contempo con le sue capacità, risorse e peculiarità.

Il quarto merito è quello di avere sprovincializzato la riflessione all’interno del mondo del Terzo Settore e degli operatori sociali e sanitari. Volontari e non, che spesso sono tentati di chiudersi a riccio a causa del contesto ostile, oppure di proporre approcci integralisti come se fossero detentori infallibili di esperienza e di soluzioni. Riccardo, con una intelligente ironia, dà conto di successi e insuccessi, di intuizioni e limiti, che aiutano a collocare virtuosamente il cammino che il Terzo Settore e il Volontariato Organizzato devono intraprendere.

Il quinto merito, infine, è quello di aprire un confronto serio con la politica per evitare un uso strumentale del Terzo Settore in generale e del Volontariato in particolare. Riccardo sollecita un dialogo e un rapporto trasparente e co-progettuale in grado di aprire una nuova stagione di riforme dove il welfare sia una risorsa importante di cambiamento, di partecipazione, di accoglienza e non un problema da marginalizzare con logiche mercantili e utilitaristiche.

In conclusione: caro Riccardo, grazie di cuore per questa Tua intelligente fatica. Hai partorito un bel libro per ispirare idee e progettualità di cambiamento sostanziale e valoriale.

*Riccardo Sollini è l’autore del libro”Dis-servizio sociale. Come lo abbiamo disumanizzato”. Cresciuto nella Comunità di Capodarco, ha lavorato per anni in cooperazione internazionale tra Albania, Kosovo, Tanzania ed Etiopia. E’ stato responsabile della Comunità terapeutica per dipendenze patologiche ‘L’arcobaleno’ e, attualmente, è presidente della ’Buona Novella’ di Fabriano e direttore della Comunità di Capodarco dell’Umbria.