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ADDICTION, MALATTIA IN EVOLUZIONE – IX Congresso Nazionale SIPaD
Novembre 20 @ 8:00 am - Novembre 22 @ 5:00 pm
Quello organizzato da SIPaD a Roma dal 20 al 22 novembre è il terzo congresso sulle dipendenze cui partecipo nell’ultimo mese, dopo quelli di FederSerd e Sitd. Sono tutte Società Scientifiche di alto livello che mettono insieme gli operatori qualificati che si occupano delle Dipendenze, sia quelle più conosciute derivanti dalle sostanze, sia quelle che oggi vengono definite comportamentali (internet, gioco d’azzardo…).
Accompagno le società scientifica da ben 25 anni, seguendone la crescita sia sul piano delle cure che della ricerca.
Anche SIPAD si misura con l’evoluzione drammatica e continua delle Dipendenze sia sul versante dei danni neurobiologici che psico comportamentali senza trascurare i rilievi sociali di una capillare diffusione soprattutto tra i giovani. Una particolare attenzione sarà posta al gioco d’azzardo, all’uso e abuso di alcol e ai danni sempre sottovalutati derivanti dal fumo.
Di seguito trovate la brochure dell’evento e la traccia del mio intervento all’apertura dei lavori nella giornata del 20 Novembre.
ADDICTION, MALATTIA IN EVOLUZIONE
Attuali conoscenze e percorsi integrati di intervento
Roma, 20-21-22 Novembre – IX Congresso Nazionale SIPAD
Traccia dell’intervento di Giuseppe Lumia
Eccomi anche a questo IX Congresso Nazionale della SIPAD. Innanzitutto, mi fa piacere salutare tutti Voi operatori, ben guidati dal Vostro Presidente e dal gruppo dirigente che seguo fin dall’inizio del vostro percorso.
Anche quest’anno la situazione si presenta drammatica: i vari dati ci indicano un dilagare capillare delle dipendenze in Italia e nel mondo sia sul versante dei consumi, sia sul versante del narcotraffico e delle narcomafie.
Le stesse ricerche ci confermano sempre i particolari di come sono colpiti e devastati la salute, soprattutto di larghe fasce giovanili, e il libero fluire delle relazioni umane e delle stesse condizioni essenziali di libertà e di autonomia degli Stati.
Se volessimo fare una fotografia, anche la più aggiornata, sui nostri territori emergerebbe che la morsa dell’eroina non demorde, che si allarga il consumo di cocaina, che si è sotto i colpi del crack e delle miriadi di droghe sintetiche, senza mai trascurare i danni – soprattutto tra gli adolescenti – della cannabis ad alto principio attivo. La situazione è notevolmente peggiorata per la dipendenza da alcol e per tutte le altre forme di dipendenza (gioco d’azzardo, internet, etc.).
Anche l’ultimo Report della Presidenza del Consiglio trasmesso al Parlamento, sebbene vada letto criticamente, ci consegna un drammatico contesto analitico.
Anche con Voi ritengo opportuno chiedersi: siamo pronti alla sfida del dilagare delle dipendenze sia da sostanze che da comportamenti?
Ormai partecipo da ben 25 anni ai Congressi delle Società Scientifiche, ne ho accompagnato la crescita sul piano della ricerca e delle cure, per cui mi sento di sostenere che sul piano scientifico e medico abbiamo abbastanza conoscenze per essere all’altezza della sfida. Passi in avanti sono costanti e documentabili, grazie anche al lavoro che fate tra mille difficoltà nei vostri Servizi.
Ma esistono delle contraddizioni rispetto allo stato della crescita sia della gravità sia della capacità di diagnosi e di terapie appropriate.
C’è anzitutto un ritardo culturale. Il dibattito nella società è vecchio e consunto, ancora fermo alle vecchie semplificazioni e agli scontri ideologici.
Ma la contraddizione che brucia di più sta nella politica, ancorata a idee superficiali e superate, che lascia il fenomeno dipanarsi, senza avere la capacità di incidere con una progettualità condivisa e ben programmata.
Il contesto in cui versa la Sanità pubblica italiana è ben descritto dalla Fondazione Gimbe. Basta leggerlo per capire in quali condizioni oggi è stato ridotto quel Sistema Sanitario Nazionale che brillava nel panorama europeo ed internazionale.
Analoghe considerazioni possiamo farle per la Rete dei Servizi delle Dipendenze. Una rete straordinaria, costruita con coraggio e con il contributo vostro, delle altre società scientifiche e del mondo variegato delle Comunità Terapeutiche e dei Servizi di Prossimità. Oggi, possiamo affermare con certezza che abbiamo superato la soglia fatidica dei del calo degli operatori dei seimila, per cui si sta compromettendo il valore e la possibilità di operare al meglio della nostra straordinaria Rete dei Servizi.
Allora è tempo di rompere gli indugi. Le priorità le conosciamo e sono a portata di mano:
– la prima: una riedizione della Legge 45/99 per riportare, prima ad almeno 8.000 e a regime a 10.000 unità il personale dei Serd, insieme alle risorse finanziarie per rigenerare la rete integrata dei servizi e dell’alta integrazione con le Comunità e i Servizi di Prossimità;
– la seconda: invertire la rotta rispetto ad una regionalizzazione che ha causato danni e disuguaglianze, con in testa la Dipartimentalizzazione dei Servizi delle Dipendenze, il sostegno alla ricerca e all’innovazione con la ricostituzione del Fondo Nazionale, nonché con la costruzione di sedi dei Serd di nuova generazione. Il tutto attraverso risorse finanziarie tratte dai beni confiscati nella lotta al narcotraffico;
– la terza: la strutturazione della specialità universitaria delle Dipendenze. È possibile e irrinunciabile, come è avvenuto per le cure palliative. In questo modo le nuove generazioni di professionisti delle dipendenze potranno innestarsi al meglio nel forte e vivo tronco che voi operatori esperti e maturi rappresentate;
– la quarta: evitare decisioni istituzionali calate dall’alto. È urgente un tavolo di confronto e programmazione presso il Ministero della Salute per procedere sulle tante questioni aperte, per l’attuazione degli obiettivi di salute e prevenzione. Avverto nel Governo attuale delle pulsioni dirigiste che rischiano di causare solo dei seri danni;
– la quinta: la costituzione di una Società Scientifica Europea. È un’idea che vi ho ultimamente sollecitato in più occasioni. Bisogna colmare quella grave asimmetria che esiste oggi sulle Dipendenze tra il livello sempre più globale del fenomeno e l’agire eccessivamente locale dei singoli Stati. Spetta a voi muovere i primi passi, ne avete la capacità e l’autorevolezza, tenuto conto che nel nostro Paese abbiamo già realizzato insieme il migliore sistema di intervento integrato tra prevenzione e cura, tra approcci di cura farmacologiche e psicologiche, tra i livelli sanitari e quelli sociali ed educativi, tra Serd e Comunità Terapeutiche/Servizi di Prossimità.