La mattina del 19 Dicembre ho incontrato gli alunni e le alunne di due Istituti della provincia di Cosenza, uno di scuola primaria e media inferiore, situato in una frazione a rischio di Lauropoli, e l’altro di scuola superiore, a Cassano.
Qui studenti ed insegnanti sono impegnati in un percorso culturale ed educativo così qualificato che apre il cuore: c’è bisogno di un lavoro costante e incisivo in grado di alimentare e preparare la classe dirigente capace finalmente di coniugare virtuosamente legalità costituzionale e sviluppo sostenibile, socialmente e ambientalmente.
La visita a Cassano all’Ionio si inscrive nel lungo percorso di confronto con una delle disuguaglianze più diffuse, quella tra le città più grandi e popolate e le aree interne.
Cassano è un centro di antichissima tradizione, animato da una ricca storia sociale e culturale, economica e politica.
Negli anni Settanta e Ottanta, in alcuni quartieri e frazioni di questa zona, si è purtroppo radicata la malavita di origine nomade, che con il tempo è diventata una vera e propria locale di ‘ndrangheta, guidata dalle famiglie dei Forastefano e degli Abbruzzese, che sono stati più volte colpiti dall’autorità giudiziaria. Di recente, 81 persone, con ben 82 capi d’accusa, sono state coinvolte nell’inchiesta “Athena”, la maxi indagine antimafia condotta dalla DDA di Catanzaro contro le cosche di ‘ndrangheta della Piana di Sibari.
La sera del 18 Dicembre ho visitato la stupenda Cattedrale di Cassano, ricca di storia e di fervore religioso, dove è conservato un bellissimo Crocifisso del Quattrocento, che viene portato in processione ogni 25 anni.
Sono stato ospite nei locali dell’antico Seminario, nel quale è attiva una realtà sociale della Diocesi a sostegno dei ragazzi con vari disagi, attraverso un’opera di sostegno e di integrazione molto innovativa ed efficace.
La notte ho dormito della stessa camera del Seminario dove ha alloggiato Papa Francesco in occasione della sua visita alla Diocesi di Cassano.
Il giorno successivo si è svolto l’atteso momento di incontro e confronto con le scuole.
ISTITUTO COMPRENSIVO “G. TROCCOLI” di LAUROPOLI
I ragazzi delle terze medie mi hanno accolto con gioia e mi hanno sorpreso con interventi ben meditati. Lo scorso anno, la Scuola aveva vinto un bel premio, “Farfalle libere”, realizzando un cortometraggio sui temi della legalità. Avevo scritto loro una lunga lettera per encomiarli e incoraggiarli, che è stata molto apprezzata.
In questa occasione, mi hanno consegnato una pergamena scritta che mi ha commosso. Ho ricambiato con un’altra breve lettera e con il dono della copia fotostatica dell’originale della Carta Costituzionale, perché sia per loro una fonte inesauribile di ispirazione e di progettualità. Ho anche sollecitato i ragazzi che hanno parenti stretti legati alla ‘ndrangheta a compiere un cammino di liberazione.
ISTITUTO DI ISTRUZIONE SECONDARIO SUPERIORE “ERODOTO DI THURII” di CASSANO
L’iniziativa è stata promossa dalla Scuola in collaborazione con il Centro Studi “Giorgio La Pira”, guidato dall’infaticabile e colto Francesco Garofalo.
La presenza del Vescovo, mons. Francesco Savino, ha creato molto entusiasmo, per le sue schiette capacità educative, la sua spiritualità incarnata nel sociale e la sua spiccata visione profetica.
La scelta del tema è stata incentrata su una riflessione sul tema della legalità e della lotta alle mafie attraverso la vita di Padre Pino Puglisi.
Dopo un pezzo teatrale di dialogo immaginario tra un giovane e Padre Puglisi, letto dai ragazzi e intervallato da brani musicali, ho proposto un approccio alla vita del Beato attraverso la dialettica tra “l’amore soffocante”, che avvolge le vite dei mafiosi, e “l’amore liberante”, quello indispensabile se si vuole fare un percorso di cambiamento interiore, sociale e politico.
In un clima di entusiamo e commozione, la mattinata è proseguita sulle note di una coinvolgente canzone ispirata sui “Cento passi” di Peppino Impastato per poi concludersi con un brano eseguito al sax da una alunna.
Subito dopo, nella sala della Presidenza, si è svolta un’appendice interessante: un dialogo serrato e difficile tra me e una ragazza e un ragazzo con parentele mafiose.
Le ragazze e i ragazzi della Calabria e dell’Europa hanno tutti i requisiti per diventare la generazione in grado di vincere finalmente la lotta contro le mafie e la violenza di genere e relegarle alla sola memoria, come monito per il futuro cammino dell’umanità.
Bisogna crederci e prepararsi, agire e dare sistematicità e continuità al lavoro intrapreso.