Nella scala della disumanità la guerra occupa il livello più alto, ma stavolta in Medio Oriente stiamo assistendo a qualcosa che va ancora oltre, per raggiungere livelli di crudeltà indicibili.
Hamas ha scatenato una violenza senza fine. La reazione purtroppo non è da meno.
Ai sostenitori sinceri della causa palestinese deve essere chiaro che l’operato di Hamas è ingiustificabile. L’orrore scatenato il 7 Ottobre è imperdonabile.
I sostenitori altrettanto sinceri della causa dello Stato di Israele devono comprendere che la reazione sui civili che abitano nella Striscia di Gaza lascia anch’essa senza parole per la efferatezza. È una violenza anche questa imperdonabile.
Hamas è una vera e propria sciagura per la causa palestinese. Non ha nessun interesse a costituire uno Stato palestinese, il suo unico obiettivo è annientare Israele. La sua azione è di mero terrorismo e fanatismo, nessuno dei suoi obiettivi può e potrà mai essere condiviso. I suoi leader vanno processati per crimini contro l’umanità.
Netanyahu rappresenta un problema molto serio per la stabilità e la sicurezza dello Stato di Israele. Ha un modo di governare inconcepibile in uno Stato democratico. Ha un modo di reagire che non ha niente a che spartire con i valori e la memoria delle tragedie vissute dal popolo israeliano. Piuttosto che dar conto delle clamorose falle nella sicurezza ai confini di Gaza e degli inspiegabili ritardi nel reagire dopo l’attacco di Hamas, adesso vuole dare in pasto alla sua opinione pubblica la feroce e indiscriminata vendetta. Anche lui, insieme a chiunque altro abbia responsabilità di altissimo livello, andrebbe processato per crimini contro l’umanità.
I Palestinesi devono accettare che la effettiva sicurezza e la piena sovranità dello Stato di Israele sono indiscutibili e sono di tale portata che i Paesi democratici non possono fare altro che sostenere la sua causa con convinzione e con concretezza.
Gli Israeliani devono accettare la solida formazione di uno Stato Palestinese con piena sovranità e agibilità, con cui dovrebbero stabilire buoni rapporti e cooperare per rendere la pace una risorsa di sviluppo sostenibile e di sicuro vicinato.
Hamas agisce per impedire una tale soluzione. Hamas, come è facile comprendere, è spinto dall’Iran e da un assetto di alleanze locali e internazionali funzionali a strumentalizzare la buona e giusta causa palestinese per lasciarla incancrenita e irrisolta.
Non ci vuole molto a capire che Netanyahu e i reazionari interni hanno preferito competere con Hamas piuttosto che con il Fronte Popolare Palestinese, in modo da avere una presa interna funzionale sia al mantenimento del loro potere sia a quella parte dell’Occidente che agisce specularmente nella strumentalizzazione della buona e giusta causa israeliana.
Serve poco scatenare un dibattito sterile a “somma zero” su chi è più violento, chi ha più ragione e chi deve essere sostenuto. Allora bisogna rompere questa spirale che si trascina da troppo tempo, che causa tantissimi dolori e tragedie agli Israeliani e ai Palestinesi e provoca instabilità in tanti altri teatri di guerra (Libano, Siria, Libia, Iraq…), con la consapevolezza che la spirale in cui attualmente si sta avvolgendo il conflitto può sfuggire di mano e causare una guerra mondiale dagli esiti incontrollabili.
La soluzione è sicuramente complessa ma possibile. La soluzione è irta di ostacoli ma inevitabile. La soluzione è avversata da tanti ma non è più rinviabile.
La Politica locale e mondiale la smetta allora di limitarsi a esibire solidarietà pelosa all’una o all’altra parte da ostentare davanti alle telecamere per autopromuoversi. Agisca e si assuma la funzione che le spetta: condividere e rendere attuabile la migliore soluzione di pace e di cooperazione.
Anche l’Europa deve uscire dal letargo e dal porsi in modo scontato di fronte all’escalation delle violenze. Si comporti all’altezza dei suoi valori e operi da Stati Uniti d’Europa, proponendo sia allo Stato di Israele sia allo Stato della Palestina di aderire all’Unione Europea. È così che si può creare una solida cornice istituzionale per spegnere il conflitto, garantire standard di democrazia e di benessere e porre così fine alla disumanità indicibile.